La costruzione in laterizio che oggi vediamo in una parte dei Giardini Nicola Calipari dove si trova anche la Porta Magica, è ciò che resta di una grande fontana di epoca imperiale (226 d.C.) composta da una struttura di tre piani a pianta trapezoidale e da una grande vasca alla base per la raccolta delle acque che sgorgavano dall’alto.
Collocata nella parte più alta dell’Esquilino, divenne il modello per le fontane rinascimentali e barocche di Roma (Fontana dell’Acqua Felice o del Mosè, Fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo e Fontana di Trevi).
La facciata, rivestita di marmo, era caratterizzata da una nicchia centrale e due archi laterali nei quali erano collocati i cosiddetti “Trofei di Mario”, due gruppi scultorei dell’epoca di Domiziano spostati nel 1590 in Campidoglio per volontà di papa Sisto V.
I flussi d’acqua che alimentavano la fontana provenivano da una diramazione dell’acquedotto dell’Acqua Claudia o dell’Anio Novus.

Monumento storico

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