"Sacro e profano" di Patrizia Grieco e Cécile Guicheteau

Esquilino
  • Dal: 17/05/2024
  • Al: 23/05/2024
  • Luogo: Via Merulana 220
  • Orario: Dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00
  • Prezzo: Ingresso libero
  • Informazioni:

    Opening event: venerdì 17 maggio alle ore 18:00

  • Tipo: evento
  • Organizzazione: Medina Art Gallery
  • Sito: https://www.medinaroma.com/

Galleria immagini

Fino al 23 Maggio 2024 “Sacro e Profano" la mostra bipersonale di Patrizia Grieco e Cécile Guicheteau con testo e presentazione a cura di Arianna Montellanico, nella gallery di Via Merulana 220 a Roma.

Il sodalizio delle due artiste, una francese e l'altra italiana, entrambe con un background di formazione artistica, inizia nel 2016 quando si incontrano in una residenza d’artista di 45 giorni a Tucheng in Cina. Nell’Agosto dello stesso anno, la Guicheteau, in occasione della residenza artistica in Italia, a Montemurro in provincia di Potenza, visita l’atelier della Grieco a Santa Tecla (Salerno). Qui partono dalla collezione di libri di Pinocchio del primo Novecento, per sviluppare un progetto sulle caratteristiche caratteriali, le debolezze e gli errori del personaggio di Collodi. In una sorta di parallelo poetico (o attualizzazione) al nostro tempo.

La naturale propensione di Patrizia alla scultura, con interesse per le forme e i volumi, si correla all’amore di Cécile per la pittura. La chiave di lettura della “sintesi" é nelle parole della stessa Cécile: “Quello che rappresentiamo è il vissuto digerito, visto da noi. Come in una sintesi della vita che possa tralasciare il superfluo per filtrare l'essenza".

Le opere in mostra stimoleranno in particolare il trasporto dall'effimero ad una dimensione pura e spirituale. Ancestrale. Anche mediante l’utilizzo della lingua latina nelle tele della Guicheteau, con lettere dal tratto austero, quasi arcaico. E con le sculture della Grieco che riportano all’origine, alla fase embrionale. Una proposta radicale, per evitare la caduta nell’anonimato della contemporaneità.

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