Scarica gratis l'app MusEQ!
Vai alla pagina dedicata e inquadra il QRcode, oppure scaricala gratis sugli store ufficiali!
Basilica Papale di Santa Maria Maggiore
- Tempo stimato: h 0:25
- Tipo: Basilica
Galleria immagini
Informazioni punto di interesse
La Basilica di Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche papali di Roma. Voluta da papa Sisto III in onore al titolo di Maria Madre di Dio sancito dal Concilio di Efeso (431 d.C.), viene edificata nella prima metà del V secolo d. C. La leggenda la vuole legata all’episodio miracoloso della nevicata di Ferragosto avvenuto nel secolo precedente.
Detta anche Liberiana perché identificata dalla leggenda con una basilica fondata da papa Liberio a metà del IV secolo, la basilica subisce numerosi rimaneggiamenti nel corso del tempo: alla fine del ‘200 secolo Niccolò IV ne rifà l’abside, nel 1377 viene aggiunto il campanile romanico (il più alto di Roma) e, nella seconda metà del XVII secolo, Clemente X ne rinnova la facciata. La basilica deve il suo aspetto attuale all'intervento di Ferdinando Fuga a metà del XVIII secolo. La fronte della chiesa, stretta fra due palazzi identici costruiti fra ‘600 e ‘700, si eleva su una gradinata: è a due ordini e presenta un portico a cinque fornici con una loggia a tre arcate nell’ordine superiore. Nel portico d’ingresso si aprono 3 porte (la Porta Santa a sinistra) decorate con rilievi; nella loggia superiore sono visibili i mosaici antichi.
L’interno basilicale è lungo 86 metri ed è diviso in tre navate da 40 colonne con capitelli ionici che sostengono la trabeazione, lungo le pareti si seguono 36 riquadri a mosaico risalenti al V secolo. L’abside presenta 3 finestre decorate da mosaici del tardo ‘200. Il pavimento cosmatesco è della metà del XII secolo mentre il soffitto a cassettoni fu voluto nel XV secolo da Alessandro VI Borgia di cui riporta l’emblema (il bue) ed è decorato con il primo oro giunto dalle Americhe.
La parola agli scrittori
Carlo Emilio Gadda in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, del 1957,ne dà una descrizione suggestiva:
“…l'architettura, seicentesca della Basilica, come una d'una dimora sfarzosa del pensiero, aveva sue radici nell'ombra, nella oscurità della diritta via discendente e nell'intrico di tutti i rami, un accenno, il campanile a cuspide, al di là del groviglio dei rami e delle alberature che la fiancheggiavano. ...I platani e i rami della Merulana furon selva, allo svoltare, intrico, per lo sguardo, sul discendere parallelo dei fili di cui si alimentavano i tramme: ancora scheletriti nel marzo, con di già un languore di pelle in pelle. ... il campanile " del nono secolo" sembrò intiepidirsi nel raggio: e risvegliare, di quel tepore, i bronzi assopiti, e a momenti indi officianti. Intrappolata nel suo gabbione, la campana grossa degli scolari principiò dondolare a sua volta, adagio adagio, con un fremito quasi inavvertito in sulle prime, con un rombo tuttavia sospeso nei cieli, come d'un 'ala metallica.”
La Basilica compare anche nel giallo di Fabio Stassi ambientato all’Esquilino, La lettrice scomparsa del 2016:
“... poi giravamo verso la piazza e, se il tempo era bello, raggiungevamo gli scalini di Santa Maria Maggiore e ci mischiavamo alla gente che si dava appuntamento sul sagrato. Anche quel tardo pomeriggio la cupola della chiesa riempiva tutto il cielo. La luce si asciugava lenta dalle finistre e sulla città scivolava pigramente l'ombra della sera.”
Amara Lakhous, nel romanzo del 2009, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, ricorda il cosiddetto miracolo della neve di agosto a S. Maria Maggiore:
“Mi sono diretto verso S. Maria Maggiore per sedermi vicino alla fontana come al solito, ma quella volta per bere e piangere. Mi aveva fatto così male che la mia richiesta fosse stata rifiutata perché io non sono un bugiardo. Sono fuggito da Shiraz perché minacciato, se torno in Iran troverò la corda ad aspettarmi. ..come sapete, Piazza Santa Maria Maggiore è un luogo frequentato dai piccioni. Io li adoro, provo un gran piacere a dar loro da mangiare. Essere circondato dai piccioni è una scena che suscita l’ammirazione dei turisti, e questo li spinge a scattare delle foto ricordo. Quindi io contribuisco alla promozione del turismo a Roma. Questo però non mi salva, visto che la polizia mi ha impedito più volte di avvicinarmi ai piccioni… Amedeo ha fatto da mediatore fra me e la polizia e così mi hanno imposto di prendere il mangime da dare ai piccioni dal comune stesso. Parviz adora i piccioni perché è convinto che un giorno un piccione gli si poserà sulla spalla portando una lettera di sua moglie e dei suoi bambini. Aspetta ancora il messaggio promesso soprattutto dopo aver sentito la storia del miracolo accaduto a Santa Maria Maggiore nell' anno 356, quando nevicò nel mese di agosto.”
Giovanni Ricciardi nel 2012 in Ci saranno altre voci racconta la storia della ‘sperduta’:
“Tanti secoli fa, racconta la tradizione, una giovane pellegrina che era venuta a Roma, aveva smarrito la strada al calar del sole e fu presa dal terrore delle tenebre che avanzavano. Ma poi, nel suo abbattimento, udì da lontano la voce di una piccola campana, e seguendo quella voce, ritrovò la strada. Da allora, tutti i giorni, la sperduta, la più piccola campana di Santa Maria Maggiore, alle nove della sera, suona da sola per far ritrovare la via a chi si è smarrito.”
Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 07:00 alle 18:45.
Per informazioni
Tel. +390669886800
Fax +390669886817
Mail
sagrestiasmm@org.va
museo.smm@basilica.va
archivio.smm@basilica.va